come il buddhismo puo' portare alla follia

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Tabasco
view post Posted on 12/9/2011, 13:12




Non è il possesso, la malattia (dato che continui ad utilizzare questo termine), bensì la sete insaziabile di avere di più.
Il fatto di possedere una bella casa, una auto costosa e magari una moto da 150 cv non è una malattia. Ma se viviamo per quelle cose, se non aspettiamo altro che averne di più, se non siamo mai soddisfatti della quantità di denaro che possediamo, ci stiamo letteralmente rovinando la vita.
Vivere in questa maniera, ci porterebbe all'attaccamento (a quella casa, a quell'auto, a quella moto.... a quello stile di vita) ed essendo ogni cosa impermanente, quando ce ne dovremmo separare per qualche motivo, fosse anche la morte stessa, questo ci darà sofferenza.

Non esiste, per il cervello altro modo di funzionare che per associazione ed abitudine, e proprio per questo è importante ammaestrare il nostro cervello verso certe abitudini ed associazioni, piuttosto che altro, più dannose.

Quindi nessun togliere il riflettere all'azione, bensì un invito ad osservare ed osservarsi durante la nostra vita, senza senso di "peccato", bensì con una volonta a migliorare.

In fondo, è piuttosto semplice.
 
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ikarozzo
view post Posted on 12/9/2011, 14:02




caro tabasco... ora qui ti incollo una cosina... commentala va... visto che sono io a frainetndere.. :D



Il termine atta indica ciò che in latino si chiama 'ego'. La coscienza dell'Io è definita 'egoismo' in quanto, non appena sorge il senso dell'Io, segue inevitabilmente il senso del mio.
Il senso dell'io e delle cose sentite come appartenenti all'io, insieme, costituiscono l'egoismo. L'ego è visto come una componente naturale degli esseri viventi, il loro centro. L'ego si potrebbe inoltre rendere con 'anima', corrispondente al greco kentrom, 'centro'.
l'anima (atta) è considerata infatti il centro dell'essere vivente, il nucleo imprescindibile. Le persone comuni non possono perciò sbarazzarsi né prescindere dall'ego.
Ecco perché sperimentiamo senza tregua la dinamica dell'egoismo. Benché sia vero che non è continuamente in atto, si manifesta ogni volta che vine vista una forma, udito un suono, percepito un odore o un contatto, o pensato un pensiero. in ogni manifestazione dell'Io-mio possiamo vedere la globalità della malattia, indipendentemente dal contatto sensoriale che l'ha innescata. avviene il contatto, nasce l'io-mio e la malattia imperversa.
L'egocentrismo si è instaurato con prepotenza.
dalla percezione dell'egoismo si passa quindi all'espressione dell'egocentrismo: uno stato perturbato che induce false comprensioni, un modello di pensiero incentrato su se stessi senza considerazione per gli altri. Ogni azione è riferita a se stessi. Siamo in balia dell'avidità, dell'odio e dell' illusione. Esprimendosi come egocentrismo, la malattia danneggia noi stessi e gli altri. E' il più grande pericolo per il mondo. Gli attuali problemi e il disordine del mondo sono dovuti all'egocentrismo degli individui e delle fazioni che danno vita a gruppi in conflitto. Il conflitto non viene dal desiderio di lotta ma dalla coazione dell'egocentrismo, perché non si sa come controllarlo. Non sappiamo opporci al suo potere, ed ecco che si instaura la malattia. Il mondo è contagiato dal virus della malattia perché nessuno ne conosce la cura, cioè il cuore del Buddismo.
Tratto da: Il cuore dell'albero della Bodhi.


in fondo.. è piuttosto semplice


qui il possesso viene definito proprio "malattia"... o mi sbaglio??


bislaccherie metafisiche!!
 
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Tabasco
view post Posted on 12/9/2011, 14:13




Più che nel possesso in sè, nel senso di possesso innescato dalla reazione io-mio.
E' un bellissimo insegnamento del grande maestro theravada Buddhadasa! Non saprei cosa altro aggiungere o come commentare.
Mi pare piuttosto chiaro e per quello che ne capisco, concordante con quello che ho scritto o quanto meno con quello che intendevo dire.
 
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SwAml
view post Posted on 12/9/2011, 14:46




Benché sia vero che non è continuamente in atto, si manifesta ogni volta che vine vista una forma, udito un suono, percepito un odore o un contatto, o pensato un pensiero. in ogni manifestazione dell'Io-mio possiamo vedere la globalità della malattia, indipendentemente dal contatto sensoriale che l'ha innescata. avviene il contatto, nasce l'io-mio e la malattia imperversa.
Ma tu sinceramente non trovi assurdo questo concetto??
 
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ikarozzo
view post Posted on 12/9/2011, 16:25




in realta' secondo me non si considera la base filosofica (intesa come concezione del mondo) che sta alla base del buddhismo...
in pratica... nell'albero della bodhi c'è senza dubbio un fondamento della dottrina buddhista, ma c'è, altrettanto palesemente, la dimostrazione che alla base del buddhismo ci sia la visione della vita come una "valle di lacrime".
Questa visione, non è neanche prerogativa del buddhismo... la troviamo in altre religioni ( è questo quello che i praticanti del dharma sembrano ignorare), ed in tutte , a mio avviso, è terribile.
Certo swami che è assurdo... cosi' come è assurdo considerare la vita come un ciclo infernale di rinascite(se non in senso fisico, come molte scuole buddhiste sostengono, anche solo in senso emotivo, come sembrava sostenere il buddha) dal quale uscire....
Ma , ripeto, i buddhisti non sono stati nè i primi nè gli ultimi a creare una dottrina di fuga dal reale... solo che non conoscendoli uno magari puo' pure pensare che dicano qualcosa di nuovo.
Lo gnosticismo cristiano e il vedanta sono senza dubbio due esempi di dottrine "di fuga" precedenti o coeve al buddhismo... per di piu' nel vedanta la famiglia era consentita (ed il vedanta ha circa 5000 anni piu' del buddhismo...:D) , mentre nel theravada (il buddhismo delle origini) siddharta ha detto esplicitamente che bisogna eliminare le donne come fonte di attaccamento primordiale alla vita...
Non so se tabasco sta cosa la sa... ma suppongo di si'... è solo che le varie scuole del buddhismo sembrano voler ignorare che il fondatore (personaggio storico che "si suppone" sia esistito) era un misogino a cui la vita faceva proprio cagare :D

ops.... "eliminare le donne" non è corretto... diciamo smettere di desiderarle... che senno' sembra che buddha voleva ammazzare le donne :D
 
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ikarozzo
view post Posted on 13/9/2011, 11:52




adesso voglio postare i risultati di una ricerca scientifica recentissima che smentiscono tutte ste fregnacce sull'"io" determinato...
Cari praticanti... non siamo noi a determinare l'ego ingannandoci... ma è un naturale processo biologico del nostro cervello!!!
Andateglielo a spiegare a buddha, buddhadasa and co.


http://abcnews.go.com/Technology/story?id=98580&page=1

quindi l'io non sorge... è.... e cercare di eliminarlo è "follia"... tanto quanto considerarlo un'illusione malefica...:D
 
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ikarozzo
view post Posted on 13/9/2011, 13:01




che poi... in realta' ramanuja... uno dei pensatori cardine del vedanta... riferendosi al velo di maya (il velo metafisico che a detta dei "santoni" separa la vera realta' "non-duale" da quella duale ,il molteplice), disse esplicitamente che il mondo delle forme, del molteplice, dato che era cosi' difficile uscirne, doveva avere una sua realta' in se... tradotto: Ma se per raggiungere l'illuminazione mi devo bruciare il cervello... evidentemente c'è qualcosa che stiamo sbagliando..!!!

GRANDE RAMANUJA!! :D
 
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Ananda33
view post Posted on 13/9/2011, 15:02




ikarozzo, tutto è relativo.
Tu giudichi un passato che va da 2500 a 5000 anni fa, col metro di giudizio odierno.
Impossibile.
Ogni cosa è e sarà opinabile e criticabile.
Tutto dipende dal tuo approccio e da ciò che vuoi mettere in evidenza.
Oltre al testo, devi considerare il contesto ed il pretesto.
Quindi tutto è relativo.
 
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ikarozzo
view post Posted on 13/9/2011, 17:01




ananda... tutto è relativo un paio di........ ehm, scusa ... ma se uno non applicasse il suo metro di giudizio al passato (proprio considerando un contesto stradifferente ed un pretesto molto piu' ampio, che si presume noi rispetto a certi pensatori arcaici abbiamo...), come potrebbe cambiare il suo modo d'agire? come potrebbe cambiare il futuro imparando dal passato? come potrebbe migliorarsi e migliorare il mondo intorno a sè??
Certe dottrine, proprio perchè vekkie di migliaia di anni ... noi le possiamo criticare ed eventualmente (magari) abbandonare grazie a quelli che tu chiami "contesto e pretesto" che nel tempo sono cambiati e ci danno la possibilita' di esprimere giudizi migliori grazie ad una maggiore quantita' di dati e di informazioni in nostro possesso..
Ti prego... non ti attaccare al "tutto è relativo"... perchè è proprio partendo da questo modo di pensare che i problemi non si risolvono... :D
 
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Ananda33
view post Posted on 13/9/2011, 17:41




Certo che tutto è relativo, ed è semplicissimo nel verificarlo: basta vedere che su quasi sette miliardi di persone non ci sono due che hanno le stesse opinioni in tutto e per tutto.
 
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ikarozzo
view post Posted on 13/9/2011, 18:11




si... allora esistono sette miliardi di mondi differenti...?? ma come ragioni ana'? c'hai i coriandoli zen nel cervello tu!! se tutti la pensassero come te allora non servirebbe la politica, la lingua, la cultura.... in pratica non servirebbe l'uomo...
Il relativismo è una maschera intellettuale per la depressione e l'impotenza secondo me... quindi se tanto mi da tanto tu hai entrambi i connotati... :D sempre simpaticamente parlando..
 
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Ananda33
view post Posted on 14/9/2011, 10:36




ikarozzo, esiste un mondo unico, un unico pianeta terra interpretato in sette miliardi di modi differenti.
Non non conosciamo la realtà ne cosa essa sia, conosciamo solo le sue interpretazioni, tutte relative.
 
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ikarozzo
view post Posted on 14/9/2011, 11:36




ma sono quelle che tu chiami interpretazioni che adesso regolano il mondo ana'! quindi dobbiamo cercare di farle coincidere se vogliamo sopravvivere ....
E poi hai mai provato a riflettere sul fatto che la stessa via del dharma... se ci pensi bene .... è un'interpretazione??
Ananda... stai facendo un gran casino....
la realta' la conosciamo eccome... è quella che viviamo tutti i giorni, ed è fatta di gioie e dolori , ed è legata al nostro essere qui, sulla terra, allo stesso modo in cui è legata alle nostre interpretazioni... sono parti del gioco che vanno accettate..
La realta' di siddharta è la stessa di ananda33 o di ikarozzo... tutti mangiamo , beviamo, dormiamo ecc... e tutti abbiamo avuto la sortuna/fortuna di trovarci su questa terra...
Poi noi tre , come puoi ben notare, proponiamo visioni differenti della vita... ma sempre qua stiamo e sempre con il resto del mondo ci dobbiamo confrontare...
e se ci trovassimo nella stessa barchetta in mezzo al mare senza nulla da mangiare... vedi come siddharta e ananda e ikarozzo dovrebbero scendere a compromessi per sopravvivere cercando di far coincidere le loro interpretazioni...
 
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Ananda33
view post Posted on 14/9/2011, 13:58




Se guardiamo ad una porta cosa possiamo intendere?
Io dico: essa è un'entrata.
Tu mi puoi dire, no ananda, ti sbagli essa è un'uscita.
Ebbene, abbiamo due risposte o interpretazioni relative rispetto ad un identico fenomeno oggettivo chiamato porta e sul quale entrambi concordiamo.
Da cosa dipende la divergenza apparente delle nostre risposte?
Da noi, dalla nostra prospettiva di visione e di percorso.
Ma non c'è affatto contraddizzione di risposta, c'è solo diversità di orientamento, di percorso.
Il primo è un cammino rivolto all'interno ( spiritualità e mistica ) il secondo è un cammino rivolto all'esterno ( razionalità e logica ).
Folle è chi sostiene che non vi sia nessuna relazione tra le diverse situazioni, dissimili e contrarie solo nell'apparenza ma non nella sostanza.
 
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ikarozzo
view post Posted on 14/9/2011, 14:48




diciamo che vista cosi'...potrebbe quasi andare ...
il problema è che il mistico non dice che la porta è un'entrata... il mistico dice che la porta non c'è... che è un po' diverso...
Anzi, per usare un linguaggio molto mahayana, il mistico dice che tu e la porta siete la stessa cosa...
e questo secondo me proprio non va...
 
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50 replies since 30/8/2011, 19:17   2110 views
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