come il buddhismo puo' portare alla follia

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Ananda33
view post Posted on 14/9/2011, 17:09




E' qui che casca l'asino.
Cristo stesso disse: Io sono la porta, e chi non entra attraverso di me è un ladro o un brigante.
Ma non solo lui, ogni mistico lo dice, ognuno che analizzi il mondo non più dal suo punto di vista dell'ego umano, ma dal punto di vista dell'anima espansa, del Tutto.
Posso dirlo tranquillamente pure io: Io sono la porta, e chi non passa da questa porta è un ladro o un brigante.
Senza per questo ritenermi un fanatico o un visionario, anzi questa è un affermazione totalmenmte razionale, ma di una logica diversa rispetto alla normale logica.
Da un punto di vista mistico, ci si immedesima con tutte le cose e tutte le cose fano parte di te.
Quando un mistico dice che la porta non c'è, ha perfettamente ragione, perchè lui non parla con linguaggio normale, ma metaforico, simbolico.
Non è che la porta di legno o di metallo sia scomparsa, fisicamente nel mondo oggettivo permane, bensì è scomparsa ogni separazione tra dentro e fuori, non c'è più divisione nemmeno tra materia e spirito, e perciò non c'è nessuna necessità di avere una porta.
La porta è divenuta inutile e con essa ogni parete e ogni mura di separazione.

 
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ikarozzo
view post Posted on 14/9/2011, 18:32




ma le leggi le cose che scrivi? ti prego usa la logica umana... per piacere... non scadiamo...
te la metto in termini mooooooooooooooooolto piu' semplici....
la separazione , la distinzione, la percezione del mondo come "altro" ... è necessaria alla vita.
Laddove non c'è percezione dell'altro come ente separato, non ci sono piu' i presupposti per la vita...
Quindi un eremita puo' tranquillamente vedere il mondo come gli pare... è "l'uomo sociale" che non solo non puo' permettersi questo lusso... ma per di piu' sa, venendo in contatto con le informazioni, che una tale visione delle cose è solo una fuga dalla realta' che porta l'uomo lontano dalla sua natura annullando cio che è... per la strenua ricerca di cio' che in realta' non puo' essere, e facendosi del grosso male, fisico e spirituale. Tradotto, una tale visione delle cose non è funzionale alla sopravvivenza. Sai assumi una droga chiamata mdma risvegli quella che gli indu' chiamano kundalini??? Assumendola ti sentirai in pace con te stesso e con il mondo... solo che non avrai piu' la visione reale delle cose... riflettici.
Questa domanda gia' l'ho fatta... vediamo se tu mi sai rispondere: quanti illuminati, ma veramente, conosci?? (possibilmente personaggi storici, non cristo, nè buddha , nè la fatina dalle ali dorate) :)
 
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Ananda33
view post Posted on 14/9/2011, 23:17




E' solo un tuo parere.
Come puoi dire che è una fuga dalla realtà se non sappiamo cosa sia la realtà?
Ti ho già posto questa domanda, ma la tua risposta, per me, non è affatto una risposta sufficiente.
La realtà che tu vivi ogni giorno, vista da un'altra ottica, da quella del mistico, appare come un sogno, nulla di più.
Allora come tu la fai a chiamare realtà?
E' sono un'interpretazione sensoriale, ma sappiamo quanto i nostri sensi sono fallaci.
La realtà, dipende da noi e si modella e cambia a seconda della nostra evoluzione spirituale.
Se una persona sta dormendo continuerà a sognare e per lui il mondo dei sogni sarà veramente il mondo della realtà definitiva.
Chi lo potrebbe negare che la realtà cui viviamo non sia nulla di più di un sogno ad occhi aperti, e quale sono le prove che quello che dico è falso?

Edited by Ananda33 - 15/9/2011, 00:20
 
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ikarozzo
view post Posted on 14/9/2011, 23:19




ma se la realta' è un sogno... un sogno cos'è? scusa la semplicita' delle mie domande...
 
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Ananda33
view post Posted on 15/9/2011, 00:03




Il sogno è un desiderio non ancora realizzato.
 
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ikarozzo
view post Posted on 15/9/2011, 00:09




UHHAHAHUAAUHAHUAHUAHUAUHUAHUAHUAHAUHAHAHUAUAUUUUHAUHAUHAUAHUAHUAAHAUHHAUAHUAUHAUUAUAH !!!!!!!
come sei oshico!!!!
gli incubi sono desideri non realizzati??? ma che fregnacce vai blaterando?? perchè piu' mi sforzo di essere gentile piu' mi trovo di fronte ad ottusita' estreme???
i sogni son desideri lo diceva la canzone ana'!!!!
Fai l'open minded come dici di essere... smetti di basarti su ragionamenti che di scientifico non hanno nullaaaaaaaaaaaa!!!
 
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Ananda33
view post Posted on 15/9/2011, 00:27




Di scientico conosco questo: ho sonno e devo andare a dormire. Buonanotte.
 
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ikarozzo
view post Posted on 15/9/2011, 00:35




'notte...
 
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mistico_
view post Posted on 18/9/2011, 08:47




Un monaco chiese: " Qual'è il principio fondamentale del Buddhismo?"
Il maestro lanciò un urlo.
Il monaco si inchinò profondamente.
Il maestro dise: " E' un piacere chiacchierare con questo monaco!"



Un monaco chiese: " Maestro, quale musica suonate? Insomma, di quale scuola seguite l'insegnamento?"
Il maestro disse: " Quando ero con Huang-po, il mio maestro, gli posi per tre volte una certa domanda, e per tre volte lui mi colpì."
Il monaco stava per rispondere.
Il maestro lanciò un urlo e subito dopo colpì il monaco, dicendo: " Non puoi piantare un chiodo nel cielo".
 
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ikarozzo
view post Posted on 18/9/2011, 13:47




Mistico... il messaggio (che lo zen si basi sull'abbandono dei dettami della logica) era arrivato gia' forte e chiaro con Ananda33... Ti prego di non aggiungere altre "storielle" che non dimostrano altro che la pochezza intellettuale dell'interlocutore...
Ma avendo letto l'altro tuo intervento so che non è il tuo caso .. Pero' dovro' ripeterlo lo stesso ... Per piacere non postate piu' questi raccontini che, per un buddhista avranno pure un grosso valore simbolico, ma qui, dove la logica è fondamentale, hanno solo la funzione di far girare le balle!!!!! :D
 
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mistico_
view post Posted on 20/9/2011, 11:48




Qui di seguito riporto un'intervista di Odifreddi al Dalai Lama.

“Il nostro giudizio si basa sulla logica…
ci sono punti di contatto con la fisica quantistica”

Da quasi vent’anni il Dalai Lama, Leader spirituale dei tibetani, incontra periodicamente gli scienziati poiché ritiene molto utile il confronto e lo scambio di informazioni fra la scienza occidentale e la filosofia buddhista.

Come dice lui stesso nell’introduzione alla sua autobiografia, La libertà nell’esilio, il Dalai Lama è considerato in modi diversi da gente diversa. Per i buddhisti tantrici, è la reincarnazione di Avalokiteshvara, il Bodhisattva della Compassione. Per i tibetani, è il loro quattordicesimo e divino re. Per i cinesi, è un monarca feudale dal quale essi hanno liberato il Tibet. Per il resto del mondo, è il Premio Nobel per la pace del 1989. Per Tentzin Gyatso, il suo nome al secolo, è «semplicemente un essere umano, incidentalmente tibetano, che ha scelto di essere un monaco buddhista».

Quest’essere multiforme è divenuto in Occidente il simbolo del cammino non violento verso due liberazioni: quella politica del Tibet, e quella spirituale del buddhismo. Ci sono però anche aspetti meno noti della personalità del Dalai Lama: ad esempio, il suo interesse per la scienza, che non gli fa perdere occasione per confrontarsi con gli scienziati sul loro terreno. Abbiamo approfittato proprio di questo suo interesse per intervistarlo.

Santità, da una quindicina d’anni lei si incontra regolarmente con gli scienziati. Come mai?
«Le visioni della scienza sono molto utili per i buddhisti. E, allo stesso tempo, la concezione buddhista della realtà può offrire agli scienziati un nuovo punto di vista da cui osservare le cose».

Vogliamo fare qualche esempio concreto, partendo dalla fisica?
«Il buddhismo tibetano si interessa di come si è formato l’universo, della sua evoluzione, della sua dissoluzione. Secondo alcuni nostri testi, l’universo ha avuto origine da particelle di spazio. Come vede, ci sono punti di contatto con la teoria del Big Bang. Noi pensiamo anche che un oggetto sia costituito, in ultima analisi, di particelle sottili piccolissime. Qui c’è un comune campo d’indagine con la fisica quantistica, che si interessa anch’essa della sostanza più sottile».

E per quanto riguarda la neurobiologia?
«Il buddhismo offre una gran quantità di spiegazioni sulla mente, le emozioni, i pensieri, e sui diversi modi di modificarli e trasformarli. Il tantrismo ha sviluppato vari esercizi e tecniche di meditazione, che permettono di influenzare il corpo attraverso la mente».

Quale sarebbe lo scopo della meditazione?
«Attraverso la meditazione si può accrescere il livello di percezione della mente, e arrivare a capire fenomeni che solitamente non si possono percepire. Si perviene a quella che noi chiamiamo “mente sottile“, che permette di vedere meglio le cose».

E che relazione c’è tra mente e materia?
«La scuola buddhista chiamata Mind only, solo mente, insegna che tutto è solo una sorta di creazione della mente. Ma c’è un’altra scuola, chiamata Madhyamika, che ritiene che ci sia una realtà esterna, indipendente dalla mente. Noi tibetani pensiamo che questa scuola sia più profonda».

Perché?
«Il nostro metro di giudizio è l’indagine, l’investigazione. Alcune spiegazioni della scuola Mind only appaiono molto belle, ma se le si analizzano a fondo portano a delle contraddizioni».

In altre parole, il metro di giudizio è la logica.
«Certo. Se io guardo qualcosa e non vedo bene il colore, cerco di osservarla con più luce. Poi chiedo ad altri di che colore sia. Se tutti mi dicono che è bianca, e io credevo fosse grigia, mi accorgo di aver sbagliato. Se invece la mia percezione concorda con quella altrui, viene convalidata. A volte, però, non possiamo basarci solo sulle percezioni dirette. Ad esempio, supponiamo che io le dica che ho qualcosa in tasca. Lei non può saperlo, deve fidarsi di me. Per capire se le mento o no, deve analizzare ciò che le dico e vedere se ci sono contraddizioni. Se non ne trova, può concludere che non ho motivi per mentirle, e mi crede».

La verità come assenza di contraddizioni: certo mi suona familiare! Che tipo di logica seguono i buddhisti tibetani?
«La logica indiana di Dignaga e Dharmakirti. Tutta la tradizione buddhista passa per l’India. E quella tibetana si fonda più sui testi sanscriti che su quelli pali. Le regole monastiche si derivano dai testi pali, specialmente il Vinaya. Ma tutto il resto, compresa la logica, deriva dai testi sanscriti. Dico sempre che il miglior buddhismo è quello della tradizione Nalanda, alla quale appartenevano non solo Dignaga e Dharmakirti, ma anche Nagarjuna».

Chi conosce Nagarjuna in Occidente trova molte somiglianze tra il suo pensiero e il decostruzionismo.
«L’idea è che tutti i fenomeni, sia quelli interni come il dolore, che quelli esterni come il colore, sembrano avere un’esistenza assoluta e indipendente. Se però andiamo ad analizzare a fondo, ci accorgiamo che non è così. Il che non significa negare l’esistenza. Le cose ci sono, ma hanno soltanto un’esistenza relativa e interdipendente».

Come nella matematica. Mi sembra che ci siano vari punti di contatto fra la logica buddhista e la logica matematica. Dovremmo approfondire il discorso, un giorno.
«Sarebbe molto utile fare uno studio comparato. In Oriente, nell’antichità, si facevano spesso questi studi comparati nel campo della logica. Paragonare la logica indiana antica, compresa quella buddhista, e la logica occidentale moderna sarebbe davvero molto interessante».

Speriamo di poterlo fare. Se non in questa vita, nella prossima. Anche se in questa sarebbe meglio.
«In questa vita dobbiamo prepararci al lavoro da fare nella prossima reincarnazione. Ci prepariamo, e poi si comincia!».

A proposito, le piacerebbe reincarnarsi in un computer, ora che l’Intelligenza Artificiale ritiene che le macchine possano avere una coscienza?
«Non mi sembra possibile, con i computer di oggi. Nel futuro, chissà. Se si creano le condizioni per avere le basi di una mente, allora sarebbe possibile. Ah, ah!».

Visto che lei viaggia molto, io le consiglierei di reincarnarsi in un computer portatile. Sarebbe più facile portarla in giro…
«Questo non mi piacerebbe. Non ci sarebbe nessuna libertà, nessuna indipendenza. Il mio segretario mi trasporterebbe, e gli dovrei sempre andare appresso. No, nessuna libertà!».

Intervista di Piergiorgio Odifreddi.
 
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ikarozzo
view post Posted on 20/9/2011, 13:38




quest'intervista l'ho letta, e mi è piaciuta tanto...
Pero' potrebbe trarre in inganno, per due motivi :
1che il dalai lama al di la' della teoria decostruzionista in pratica non ha nulla di cosi' spiritualmente elevato (vedi altre discussioni)
2 odifreddi ha successivamente definito il dalai -lama "un povero monaco" e in questa intervista spiega un po' meglio il suo rapporto col buddhismo: www.youtube.com/watch?v=ERO8sOki7aY




Con questo non voglio negare che nella scuola madhyamika, proprio come dicevo nei precedenti post, un tentativo di avvicinarsi alla realta' c'è stato eccome...il problema è che questo tentativo, ribadisco,non ha portato, nella realta', ai buoni frutti sperati.
 
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mistico_
view post Posted on 23/9/2011, 09:44




Ti rispondo alle tue due affermazioni.
La prima è: cosa significa per te spiritualmente elevato?
In quanto alla seconda, per par-condicio, potrei affermare che Odifreddi è " un povero matematico".
 
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ikarozzo
view post Posted on 24/9/2011, 01:30




spiritualmente elevato, nel contesto della frase che ho scritto , stava a significare "predica bene ma razzola male"... poi se sti va possiamo anche parlare del concetto di spirito specificamente, mi piacerebbe molto..
per la seconda cosa che dici...hauauhauhahuhha hai pienamente ragione... lo potresti affermare senza alcun dubbio!
Il problema sta nel fatto che odifreddi, a differenza del dalai lama, non è nè un capo spirituale nè un capo di stato... seppur in esilio.... cosa che se ci pensi bene è gia' una cosina quantomeno "anacronistica".

"anacronistica" nel senso che la figura dell'uomo che gestisce il potere spirituale e quello temporale insieme dovrebbe essere passata di moda!! :D
 
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mistico_
view post Posted on 24/9/2011, 23:14




Non può passare di moda, anzi, ritornerà il tempo in cui temporalità e spiritualità andreanno nuovamente a braccetto, pena la distruzione del pianeta.
Spirito e materia sono indissolubili e indivisibili.
 
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50 replies since 30/8/2011, 19:17   2110 views
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