come il buddhismo puo' portare alla follia

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ikarozzo
view post Posted on 30/8/2011, 19:17




ecco cosa dice ken wilber, esperto di meditazione e filosofia non solo orientali , riguardo alla pratica meditativa buddhista chiamata vipassana . consideriamo che lui ha praticato per tanti anni la via del buddha e a quanto pare i benefici non sono poi cosi' tanti... anzi il rischio è grosso
LA MEDITAZIONE E L'OMBRA (DISSOCIAZIONE E DISIDENTIFICAZIONE):
Qui è dove la storia entra in collisione con la meditazione e la contemplazione. Quello che questi “studiosi dell’ombra” occidentali hanno scoperto, come abbiamo osservato, è che nei primi stadi di sviluppo, parti dell’io (parti della soggettività: “io”) possono essere scissi o dissociati. Quando questo accade queste parti dell’io appaiono come ombra e sintomi, e diventano “essi” (cioè aspetti dell’io appaiono come “essi”, oggetti esterni). Quando c’è repressione, è ancora possibile sperimentare la rabbia, ma non è più possibile sperimentare la proprietà della rabbia.

La rabbia, iniziata come un “io”, è adesso un “esso” nella mia consapevolezza, e posso praticare la meditazione vipassana su questa rabbia-oggetto quanto voglio, sia che utilizzi la “pura attenzione” sia che osservi semplicemente che “emerge rabbia, emerge rabbia, emerge rabbia” – ma tutto quello che potrò fare è solo affinare e intensificare la mia consapevolezza della rabbia in quanto “esso”. Gli sforzi meditativi e contemplativi di fatto non riescono a raggiungere il problema originario, cioè il fatto che c’è un fondamentale problema di proprietà-confine. Disfarsi del confine, come aiuta a fare la meditazione, semplicemente nega e sospende il problema sul piano dove esso è reale. Esperienze dolorose hanno dimostrato spesso che la meditazione non risolve l’ombra originaria, può invece spesso esacerbarla.

Visti tutti i meravigliosi benefici della meditazione e della contemplazione, è ancora problematico ammettere che persone che meditano da lungo tempo possiedono ancora importanti elementi di ombra. Dopo 20 anni di meditazione hanno ancora quegli elementi di ombra. Forse è perché, come quelle persone rivendicano, non hanno ancora meditato abbastanza. Magari altri 20 anni? O forse il fatto è che la meditazione non riesce a risolvere quel problema… La trascendenza è stata a lungo definita come un processo di dis-identificazione. E agli studenti di meditazione era di fatto insegnato a dis-identificarsi con qualsiasi “io o me o mio” si manifestasse. Nella patologia, vi è una dis-identificazione o dissociazione di parti dell’io (self), quindi dis-identificarsi è il problema, non la cura. Se la proprietà di alcuni aspetti dell’io viene negata, essi appaiono come un esso, e questa non è trascendenza, questa è patologia. Negare la proprietà non è dis-identificazione, ma negazione. E’ il cercare di dis-identificarsi da un impulso prima che sia riconosciuto e sentito, e questa non appropriazione produce sintomi, non liberazione. E una volta che si è prodotta la non appropriazione, il processo di disidentificazione e di distacco della meditazione la renderà probabilmente ancora peggiore .
Conlcusioni: Diciamo che io sono dedito a una pratica di meditazione molto sofisticata come quella del Buddhismo Tibetano (Vajrayana), e sto lavorando con la “trasmutazione delle emozioni”. Questa è una tecnica molto potente in cui il meditante contatta un’emozione negativa presente in quel momento, ne prende coscienza tramite la chiara e brillante consapevolezza non duale sempre presente, quindi lascia che l’emozione negativa si trasformi nella corrispondente saggezza trascendentale.
Quindi io inizio con il mio incubo, mi rendo conto che ho paura a causa del mostro. Di fronte al mostro, provo una grande paura. Quindi opero una trasmutazione di quell’emozione, vengo istruito a stare con quell’emozione, a rilassarmi in quella paura e quindi lasciare che si dispieghi e si sciolga nella sua corrispondente trasparente saggezza.

Tutto bene... A parte il fatto che la paura stessa è un’emozione non autentica e falsa (cioè il prodotto di una repressione) e trasmutare emozioni non autentiche non soltanto presume e rinforza l’inautenticità, ma le converte in ciò che possiamo chiamare saggezza non autentica, cioè saggezza che poggia su false basi. La repressione è ancora lì! Non è stato fatto nulla per risolverla. Perciò, ogni volta che tu sperimenti la rabbia, sarà proiettata per creare mostri intorno a te, cosa che farà emergere la paura in te (che è paura della tua propria rabbia, non paura del mostro), e tu contatterai la paura e trasmuterai la paura – non raggiungendo MAI la vera e autentica emozione della rabbia. Ti riapproprierai della non autentica emozione della paura, non della autentica emozione della rabbia.



morale della favola...: se lo dice che lui che è un esperto...!!!






 
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view post Posted on 11/9/2011, 17:56
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***Karma Drolma***

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il titanic è stato costruito da esperti ma è affondato lo stesso...

lo trovo abbastanza esagerato come articolo e credo che non abbia mai meditato in vita sua e che non abbia mia avuto un maestro e vuole fare denari denigrando una pratica consolidata da millenni!

una domanda: ma come mai questo forum? :)
 
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Tabasco
view post Posted on 11/9/2011, 18:01




Scusa se mi permetto, ma mi pare piuttosto evidente che come in un qualsiasi altro tipo di cammino spirituale, vi è la necessità di confrontarsi con qualcuno che possa guidarti lungo la strada.
Anche leggere la Bibbia senza una persona in grado di interpretarne i passaggi, storicamente e "religiosamente" porterebbe alla follia, basti leggere alcuni passaggi del Levitico.

Come già altrove ho scritto, se nei confronti del Buddhismo (cosi come per qualsiasi altra strada spirituale) si assume un atteggiamento superficiale, il rischio è quello del cadere nel "fai da te", e quindi di incappare in errori di interpretazione e pratica, rilevanti con le conseguenze che ne derivano.

I tre gioielli del Buddhismo, sono il Buddha, il Dharma ed il Sangha. Il Sangha, la componente monastica, è necessaria e preziosa, proprio per questo.

Sarebbe interessante approfondire come la scienza moderna, abbia dimostrato l'enorme quantità di benefici che la meditazione produce in un soggetto che la pratica.

Un esempio? Bè notizie di questo tipo sono sui quotidiani nazionali da decenni.
Un articolo su la Repubblica
 
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ikarozzo
view post Posted on 11/9/2011, 18:08




Io credo che lo spiritualismo sia il problema! quindi il discorso non ha motivo di esistere...dire che ken wilber non ha mai meditato è quantomeno azzardato...!!! informati maris!! Lui non solo ha meditato e medita ma è anche scienziato, biologo, psicologo etc.. (detto cosi' puo'sembrare superman, ma questo è quello che è...).; non è che io condivida le cose che dice, ma di sicuro è piu' preparato di molti altri, cmq cercate sul web. Informatevi !!!un'analisi psicologica della meditazione puo' aiutare a capire dove sono i rischi non credete??
 
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view post Posted on 11/9/2011, 18:11
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***Karma Drolma***

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ma non è per niente rischioso meditare...
ognuno ha il suo karma...
se mediti è sei affetto da disturbo bipolare non è certo colpa della meditazione..

lo conosco ken wilber....ma forse medita male! ;)
 
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Tabasco
view post Posted on 11/9/2011, 18:12




Certo. Ne sono convinto.
Come ripeto, sono convinto che qualsiasi pratica interiore, possa comportare dei rischi.
Rischi che possono essere facilmente evitati dal confronto con un Maestro qualificato. (Lo ripetero fino alla noia)
I rischi arrivano con il Buddhismo fai da te, quello superficiale e modaiolo.
 
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ikarozzo
view post Posted on 11/9/2011, 18:18




hahuahuahuaahuahu scusate se rido ma ritengo che il concetto di karma sia paragonabile al concetto cattolico di inferno o paradiso... è solo un'escamotage etico che spesso, per "fascinazione esotica" viene preferito al nostro classico (religioso) post-mortem. "My karma ran over your dogma." Cosi' non ci si sposta di una virgola dal passato... siamo sempre sulla stessa barca piena di paura della morte... Il punto è: quand'è che l'etica basata esclusivamente su questa vita sostituira' un'etica basata sulla paura della morte???
 
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Tabasco
view post Posted on 11/9/2011, 18:29




Piano.
Non c'è nulla di dogmatico nella legge del Karma.
Il Karma, è la legge di causa-effetto.
Non è una sistema di punizione-premio che rimanda ad un Dio, bensì una legge osservabile e sperimentabile, come quella di gravità.
Karma, significa "azione". Nel corso della nostra vita ci autodeterminiamo, siamo costantemente posti di fronte a scelte.
Il nostro muoversi, di fronte a questo mare di scelte determina il tipo di persona che siamo. Un'azione, ripetuta più volte, genera un'abitutine, un'abitudine col tempo genera un carattere, ed il carattere ci forma come persone.
Riassumento, siamo le nostre stesse azioni, e più volte compiamo determinate azioni maggiormente saremo portati a ripeterle.
Per questo la presenza mentale, può permetterci al meglio di osservare la realtà e scegliere al meglio le nostre azioni, permettendoci di "evolvere" nella direzione che desideriamo.
 
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ikarozzo
view post Posted on 11/9/2011, 18:36




il causa effetto esiste... è scientifico... il causa efffetto etico è invece buddhista...
tabasco , ti invito a riflettere: secondo te, esistono scelte fatte a prescindere dal nostro passato?

possiamo evolvere a prescindere dai preconcetti??? è un discorso piuttosto complicato ma è fattibile...
quanto conosciamo del nostro cervello?? i buddhisti conoscono il cervello meglio di un neuro scienziato??


la presenza mentale non è alto che una chimera (sempre secondo me)... quanti illuminati, ma veramente illuminati conosciamo?? quante persone vivono perennemente nello stato di presenza mentale?? non è forse la ricerca ossessiva di questa presenza mentale a risultare dannosa per il cervello?? cmq apprezzo molto i tuoi toni tabasco! :D
 
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Tabasco
view post Posted on 12/9/2011, 11:33




Se un qualcosa diviene un'ossessione ovviamente assume connotati negativi. Questo per qualsiasi cosa.
E' banale dire che ciò vale anche per il Buddhismo, che dev'essere una "via di mezzo".
Scienza e Buddhismo, vanno a braccetto, se la neuroscienza dimostra che determinati aspetti del BuddhaDharma sono errati, con prove oggettive inconfutabili, è ovviamente l'insegnamento Buddhista a doversi aggiornare, ci mancherebbe che fosse il contrario. E a dirlo fu lo stesso Dalai Lama in un intervista di qualche anno fà.

Non esistono scelte fatte a prescindere dal nostro passato. E' proprio quello che stavo dicendoti pocanzi.

 
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ikarozzo
view post Posted on 12/9/2011, 11:57




ma la meditazione...parte integrante fondamentale dell'insegnamento buddhista...non diventa essa stessa un'ossessione??? saresti in grado di smettere di meditare da un giorno all'altro??
 
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Tabasco
view post Posted on 12/9/2011, 12:08




Ovviamente si. Mica sono un drogato di meditazione!!! Nessuno mi costringe.
La meditazione è solo uno strumento, uno dei tanti.

Ma che idea hai della pratica buddhista?
Non me ne capacito...

L'idea che ti sei fatto del Buddhismo è davvero distorta!
 
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ikarozzo
view post Posted on 12/9/2011, 12:16




sono io che mi sono fatto un'idea distorta... o sei tu che magari la prendi in maniera molto moderna la questione del buddhismo??? anzi ti diro'... ce ne vorrebbero di persone che la pensano come te... magari in italia è davvero cosi' nella maggior parte dei casi. Ma nel mondo non è cosi'. nella tradizione non è cosi'. Ti invito a navigare un pochino per trovare concetti molto interessanti sul buddhismo che non sono propriamente aperti e felici e tranquilli come i tuoi. se persino il dalai lama ha esortato ogni cultura a tenersi il suo credo... un motivo ci sara'.
ti diro' di piu'... un buddhista che mi parla cosi' della meditazione per me è una grande novita'...
magari per te l'ego non è neanche una malattia come dicevano i saggi della tradizione...
magari ritieni che la razionalita' sia importante nella vita di un uomo....
magari il buddhismo che stai proponendo è un buddhismo strarielaborato e stra moderno che non ha nulla a che fare con la tradizione...
 
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Tabasco
view post Posted on 12/9/2011, 12:50




Ciò di cui parlo è chiaramente rielaborato dalla mia persona, e non potrebbe essere altrimenti.
Anche tu, qualsiasi cosa dici, lo fai rielaborando con il tuo giudizio.
Quindi per forza quello che dico è un oggetto di una rielaborazione personale, e limitata e circoscritta alla comprensione che ho di quello che sento e leggo.

L'ego secondo me non è una malattia, bensì un'illusione che può portarci a compiere azioni dannose per noi e per gli altri.
L'individualità (nome, cognome, storia personale, nazionalità, famiglia) esiste ed è relativa a ciascun individuo, l'ego, no.
Un io avulso dal contesto nel quale viviamo, avulso dalla nostra individualità e quindi indipendente ed assoluto, non trova spazio negli insegnamenti buddhisti.
In questo senso si, l'ego se inteso come assoluto, e non relativo (e quindi individualità) è da considerarsi alla strenua di una malattia, in quanto è una concezione che non può portare a nulla di buono. E' la via maestra che porta al concetto di "mio", al senso di possesso e quindi alla brama.
La razionalità, il giudizio razionale, il comprovare con l'esperienza di ciò di cui parliamo, è lo strumento più importante di cui disponiamo, e di cui bisogna disporre per praticare al meglio la via del BuddhaDharma.

Ho conosciuto e avuto il piacere di confrontarmi, negli anni, con Maestri Zen, Theravada e Tibetani.
Forse sono solo stato fortunato, ma ho sempre trovato conferma di queste cose di cui scrivo, e se non avessi un minimo di fiducia che qualche cosa di corretto c'è (per quanto la mia comprensione dell'insegnamento buddhista sia davvero agli inizi, e spero di potermi sempre considerare un principiante), non perderei occasione per tacere.
 
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ikarozzo
view post Posted on 12/9/2011, 13:01




ma se il possesso è una malattia allora non solo siamo tutti malati... ma anche nel mondo animale esistono specie malate e altre no....
ma fosse che la malattia stia proprio nel rifiuto categorico del concetto di possesso??
stando a questo ragionamento... dove sono i sani?? e soprattutto... credi che esista un'altro modo per il cervello di lavorare che non sia per associazione e abitudine??

quello che voglio dire...tabasco ... è che persino quando crediamo di agire di istinto... o guidati dalla coscienza universale ... o agiamo secondo il principio del wei wu wei... in realta' stiamo solo agendo senza riflettere... e le associazioni che facciamo a livello inconscio, e che abbiamo accumulato nella nostra vita, influenzano sempre e cmq il nostro modo di agire.
in pratica, secondo come la vedo io la dottrina orientale toglie solo il riflettere all'azione e quindi questo non solo è snaturante, ma è anche pericoloso...
 
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50 replies since 30/8/2011, 19:17   2110 views
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